I benefici dell'olio nuovo

Ogni anno, da molti anni, spedisco l’olio appena franto ad un compagno di liceo. E aspetto.

Aspetto un commento sull’assaggio ma passano le settimane e il commento non arriva. Allora chiamo e chiedo timidamente: “hai assaggiato l’olio?” Immancabilmente la risposta è sempre la stessa : “scusami, non ancora, finiamo quello vecchio e poi apriamo il tuo”.

Ormai sono arreso e non spiego più che non bisogna perdersi l’olio nuovo. Che quel pizzicorino tipico del prodotto fresco è indice di un alto contenuto di polifenoli antiossidanti che fanno dell’extravergine un alimento di altissime qualità salutari.

Oltre ai grassi “buoni” e una certa quantità di omega-3 e omega-6, l’extravergine contiene l’oleocantale, una sostanza particolare che si comporta in modo simile ai principi attivi di alcuni medicinali antiinfiammatori. Naturalmente qui parliamo di un alimento che non ha i dosaggi di un medicinale pensato per una terapia.

Purtroppo più invecchia e più l’extravergine smarrisce le sue virtù ma una corretta conservazione mantiene più a lungo vitamine, polifenoli e grassi insaturi: quindi niente luce e contatto con l’aria. Nella mia esperienza, se conservato correttamente, l’olio si mantiene fino a 3 anni senza irrancidire.

Tuttavia, all’arrivo dell’olio nuovo, io consiglio di “declassare” l’olio dell’anno precedente per cucinare: si tratta pur sempre di un ottimo prodotto che darà corpo e sostanza a qualsiasi preparazione.

A parte queste considerazioni, una fetta di buon pane con l’olio nuovo è un piacere che dura solo poche settimane ed io non me lo faccio mancare mai, fino a che quelle irripetibili freschezze di erbe e di sentori naturali perdono la forza dei primi tempi.

Ad oggi il 90% del Galestrino prodotto nelle 4 frangiture di novembre 2020 è sulle tavole dei miei affezionati clienti. E pazienza se il mio compagno di liceo non lo ha ancora aperto: non sa cosa si perde!

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